Domenica 16 Ottobre si è svolto l’annunciato concerto di beneficenza per il restauro della Chiesa di S.Maria in Castello ad Adro. Organizzato dalla Parrocchia S.Giovanni Battista e in particolare da Don Attilio che ne ha voluto la realizzazione cogliendo l’occasione per dare ancora un’opportunità (dopo i concerti di maggio) ai ragazzi dell’Associazione StudyartPianoforte di esibirsi e di partecipare appunto ad un evento significativo, atto a sensibilizzare la popolazione alla conservazione dei preziosi beni storici, non solo di alto valore artistico ma anche spirituale. Tutto questo è stato ben espresso dal parroco di Adro che ha voluto prontamente intervenire a metà concerto, per condividere questi momenti importanti di aggregazione per la comunità attraverso l’arte, in questo caso musicale e pittorica.
La splendida cornice di affreschi nella quale si è svolto il concerto, ha reso magico il diffondersi dei suoni che originati nella volta dell’abside al centro della quale primeggiava luminosa l’effige della Vergine Maria contornata da schiere di angeli e musicanti, si propagavano lungo le campate della chiesa riempiendo gli spazi creando un atmosfera densa di emozioni.
I brani del programma sono seguiti l’uno dopo l’altro quasi senza interruzione se non per il cambio dei pianisti che in moderato e rispettoso silenzio si sono avvicendati al pianoforte quasi a non voler interrompere e disturbare la magia del rito.
Dopo una breve introduzione con la mesta ma imponente Sarabanda della suite XI di Haendel ben resa da Daniela Gatti, la voce è data a J.S.Bach nella celebre e grandiosa Ciaccona in re minore trascritta da F.Busoni magistralmente interpretata da Stefano Donatelli.
Sempre di J.S. Bach il Preludio dalla Suite inglese n.4 sostenuta da Marco Grassi, a tratti con chiare note clavicembalistiche, senza dimenticare le coloriture e la cantabilità del pianoforte, con successioni di accordi morbidamente ribattuti, e frasi tematiche ben legate in modo quasi organistico.
Intimamente meravigliosa e avveniristica la Fantasia K.397 di Mozart del periodo tragico denso di composizioni come le sonate per pianoforte in toni minori, via via fino alla sinfonia 40 e l’opera Don Giovanni dal finale oscuro, per ultimare con la grandiosa Messa da Requiem. Nella Fantasia K.397 l’intimità, la limpidezza dei temi caratterizzati da malinconiche note cristalline, sono state scandite con lucida presenza da Daniela Gatti e non meno nell’ultima parte del brano dove dietro alla linearità del vivace tema, si nascondono passaggi insidiosi.
Alessandro Maffi si è fatto notare per la sicurezza e la bravura con cui ha affrontato il difficile Scherzo n.3 in Do# minore di F.Chopin. Il brano presenta all’esecutore l’arduo susseguirsi di pesanti ottave veloci, scale e arpeggi velocissimi alternati con accordi espressivi a guisa di corale. Dopo la ripresa dei temi iniziali, è un crescendo continuo fino alla drammatica cadenza finale densa di passaggi virtuosistici di difficile resa. Un bravo meritato ad Alessandro Maffi.
La volta poi di Schubert, Improvviso n.1 op.90 proposto da Stefano Donatelli con ricchezza di coloriture molto calibrate. Anche in questo caso la capacità di restituire all’ascoltatore la limpidezza dei fraseggi Schubertiani, ha fatto cogliere la melanconica linea tematica che pervade il lungo alternarsi di tutte le variazioni dell’intero brano.
Vexilla Regis Prodeunt – Non è insolito trovare brani a tema sacro nelle composizioni di F.Liszt. Si sa che il sentimento religioso era presente fin dalla giovane età del grande musicista, sentimento che lo portò a intraprendere gli ultimi anni della sua esistenza in quasi totale ritiro e dedicarsi alla vita religiosa. Non meno dunque le composizioni, votate per lo più a temi spirituali, come il caso del Vexilla Regis composto per l’opera Via Crucis per strumenti vari, organo, coro e di cui scrisse anche la rielaborazione per pianoforte solo. Marco Grassi (che fra l’altro suona anche l’organo) dimostra di “sentire”, fare suo e condividere questo mondo con Liszt, offrendo all’uditorio già dall’iniziare, tutta l’imponenza degli accordi d’apertura del Vexilla Regis. Basato sul tema di un inno latino composto da Venanzio Fortunato nel 569, Liszt ne potenzia la drammaticità presente per tutto il brano e raffigura il marziale avanzare della precessione con l’esposizione delle reliquie della Santa Croce.
Nel programma, a questo punto, dopo musiche del barocco e del periodo romantico, 4 Preludi dall’op.23 di S. Rachmaninoff. Risaputa e non indifferente, la difficoltà di questi capolavori pianistici (n. 1.2.4.7) nonchè la complessità d’ascolto anche per il pubblico, hanno trovato in Stefano Donatelli, l’esecutore all’altezza del ” periglioso compito”. Convincere l’ascoltatore con questi brani non è opera nuova per Stefano Donatelli, che a concerto finito, dopo l’ultimo brano in programma suonato da Marco Grassi, ha regalato un ulteriore preludio (il n. 5 dell’op. 23).
Ultimo brano in programma quasi come messaggio di pace, il corale “Gesù mia gioia” dalla Cantata Bwv 147 di J.S.Bach, eseguito da Marco Grassi nella trascrizione per pianoforte di Myra Hess.
Un grazie sentito al pubblico attento che ci ha sostenuto condividendo questa bella esperienza.
Giampaolo Botti