MOZART, AVE VERUM CORPUS

lamentation-Andrea Solario

L’Ave Verum Corpus, catalogata nelle opere mozartiane come K.618, è un mottetto in re maggiore del noto compositore austriaco. Questa composizione è basata su un inno eucaristico del XIV secolo, riguardante il credo cattolico della presenza del corpo di Gesù Cristo nel sacramento eucaristico. Questa di Mozart è di gran lunga la composizione più celebre basata e costruita su questo testo. Il mottetto, per coro misto, archi e organo, è stato composto a Baden, nei pressi della capitale austriaca, ed eseguito per la prima volta nella Chiesa Parrocchiale della stessa città, nel giugno del 1791. Nell’estate dello stesso anno Mozart aveva raggiunto la moglie Costanza a Baden, dove lei in attesa del sesto figlio, si trovava per delle cure. Qui il compositore scrisse questo breve mottetto con la finalità di sentirlo eseguito nella solennità del Corpus Domini, nella Chiesa Parrocchiale della città. Mozart, per riuscire a sdebitarsi da alcuni favori ricevuti, dedicò la composizione all’amico Anton Stoll, Keppelmeister (maestro di cappella) e direttore del coro della Chiesa di Baden. Mozart non aveva mai amato molto scrivere musica sacra, infatti l’Ave Verum Corpus è propio una delle poche opere di questo genere scritte dal musicista, insieme alla Messa

Ave Verum – autografo Mozart

in do minore K.427 e il famosissimo Requiem. Questo mottetto è scritto per coro misto (soprani, contralti, tenori e bassi), orchestra ad archi e organo; sulla partitura Mozart indicò soltanto la data nella quale lavorò sulla composizione e una sola indicazione: “sotto voce”. Il brano è molto semplice ed è di sole 46 battute. Il brano inizia con l’introduzione orchestrale che è seguita dall’entrata del coro; dopo uno sviluppo molto lineare l’orchestra porta il mottetto alla conclusione. La grande semplicità del pezzo è dovuta, in parte, alle indicazione date dalla corte di Vienna, la quale esigeva la massima essenzialità per le opere di carattere religioso. L’attenzione all’utilizzo dei timbri e delle sonorità, la grande cura data alle parole, la grazia della scrittura musicale ne fanno uno dei momenti più apprezzati della letteratura mozartiana. Questo brano venne rielaborato dal noto compositore russo Petr II’ic Cajkovski, inserendolo nel terzo movimento della Suite n.4, op.61, nota appunto come “mozartiana”.

riportiamo il testo in latino e la relativa traduzione in italiano, e il link per l’ascolto.

«Ave Verum Corpus natum de Maria Virgine,
Vere passum, immolatum in cruce pro homine,
Cuius latus perforatum fluxit aqua et sanguine,
Esto nobis praegustatum in mortis examine.
O Iesu dulcis, O Iesu pie, O Iesu, fili Mariae,
Miserere mei. Amen.»

«Ave, o vero corpo, nato da Maria Vergine,
che veramente patì e fu immolato sulla croce per l’uomo,
dal cui fianco squarciato sgorgarono acqua e sangue:
fa’ che noi possiamo gustarti nella prova suprema della morte.
O Gesù dolce, o Gesù pio, o Gesù figlio di Maria.
Pietà di me. Amen.»

Giovanni Signorelli (studente)