J. S. BACH, IL GENIO DEI GENI

Ben ritrovati a tutti con questa nuovo articolo riguardante la musica.  Oggi vorrei  parlare di un genio musicale, personalmente il mio preferito: J. S. Bach.

J.S.Bach

Johann Sebastian Bach nacque in Germania, a Eisenach, il 31 marzo del 1685 da una famiglia di musicisti. Johann è l’ultimo di otto figli del violinista Ambrosius Bach. Fu proprio il padre a guidare i suoi primi passi nel mondo musicale: i Bach, infatti, da almeno 150 anni si guadagnavano il pane suonando presso le corti, i municipi e perfino nelle chiese. All’età di dieci anni subì un dolorosissimo trauma: la morte improvvisa di entrambi i genitori che lo costrinse a dare una svolta inaspettata alla sua giovane vita. Dovette lasciare così la sua casa natale e venne accolto dal fratello maggiore Johann Christoph, il quale era organista ufficiale presso la chiesa del paese. Insieme al fratello perfezionerà gli studi del violino e del clavicembalo sul quale scriverà opere magnifiche e molto conosciute ancora oggi.

Finiti gli studi liceali, non potendosi permettere i costi del conservatorio, iniziò da subito a lavorare. Entrò dapprima nell’orchestra di corte del duca di Weimar, come violinista, e successivamente divenne organista ad Arnstadt e a Mühlhausen, dove nel 1707 sposò la cugina Maria Barbara. Nel 1708 però ritornò, per ragioni essenzialmente economiche, presso la corte di Weimar, nella quale lavorò per ben otto anni. Nel 1714, amareggiato per non essere stato scelto come direttore della cappella musicale, congedò il duca di Weimar e accettò l’incarico di direttore dell’orchestra da camera presso la corte del principe Leopold Köthen.

Palazzo di Leopold Kothen dove fu Capplemaister Bach

Il principe offrì a Bach uno stipendio molto elevato per l’epoca e il nuovo incarico fu la posizione più alta raggiunta dal musicista fino a ora. Poiché la rigida religione calvinista adottata nel principato non permise a Bach di suonare la sua musica in chiesa, si dedicò completamente alla composizione di musica strumentale. Sono di questo periodo, infatti, i suoi famosissimi sei “Concerti brandeburghesi”. Il genio di Bach non viene esaltato dalla musica strumentale in quanto egli non dimostrò grande interesse per la vita mondana e gli spettacoli di moda: infatti dimostrò genialità nel comporre in maniera molto più sobria e meno rispondente ai canoni del barocco.

Nel 1720 morì improvvisamente la moglie Maria Barbara, lasciando Bach con quattro figli piccoli. Di lì a poco si risposerà con Anna Magdalena, una cantante solista molto più giovane di lui. Con questa donna condividerà il resto dei suoi giorni dando alla luce altri figli. Nel 1723 lasciò Köthen perché venne a sapere che a Lipsia si era liberato il posto di direttore del coro della scuola di san Tommaso. Oltre all’insegnamento all’antica scuola dovette occuparsi della vita musicale delle due principali chiese della città e comporre brani per ogni domenica e festività dell’anno. Durante il suo soggiorno a Lipsia scrisse circa 300 Cantate, la messa in si minore, la “Passione secondo Giovanni” del 1724 e la “Passione secondo Matteo” del 1729.

Frammento della passione secondo S.Matteo di Bach

Si dedicò infatti alla produzione di musica sacra in quanto era un uomo profondamente religioso e cercò da subito di concepire la sua opera come un omaggio alla grandezza del Creatore. Spesso nei suoi scritti riportava questa frase “soli Deo gloria”, ovvero solo a Dio gloria. Gli scopi principali dell’organista liturgico per Bach erano la lode a Dio attraverso il meraviglioso strumento dell’organo e il concepimento di una spiritualità profonda per poter favorire la comunicazione tra Dio e l’uomo.

A Lipsia risiedette fino alla morte godendo di buona salute. Lavorò instancabilmente fino agli ultimi mesi della sua esistenza. Nel 1750 Bach, che da sempre aveva sofferto di miopia, perse completamente la vista. Venne sottoposto ad un intervento chirurgico dal quale non riuscirà più a riprendersi. Il grande genio di Bach morì il 28 luglio 1750, per un ictus cerebrale all’età di 65 anni.

Giovanni Signorelli (studente di pianoforte)

                                                                    Tratto dalla rivista Conoscersi della Parrocchia di Palosco – marzo 22