Rachmaninov – Preludio in do# minore

Il preludio in do diesis (#) minore op.3 n.2, è forse una delle composizioni più famose di Sergej Rachmaninov. Questo preludio fu una delle prime composizioni del giovane Rachmaninov, dopo essersi diplomato al conservatorio di Mosca il 29 maggio 1892. Questo brano venne eseguito per la prima volta il 26 settembre 1892 al festival “Moscow Electrical Exhibition”.

Sergei Rachmaninov in uno dei suoi concerti

Una recensione del concerto, soffermandosi su questo preludio, notò che aveva “acceso l’entusiasmo”. Da quel momento il brano divenne il pezzo più famoso di Rachmaninov. Il cugino del compositore, anch’egli pianista, Aleksandr Ziloti lo rese celebre nel mondo occidentale. Nell’autunno del 1898 Rachmaninov fece concerti in Europa e negli Stati Uniti, con un programma contente il questo preludio.

Dopo poco tempo le testate londinesi pubblicarono diversi edizioni con titoli come “The Burning of Moscow” (il rogo di Mosca), “The Day of Judgement” (il giorno del giudizio) e “The Moscow Waltz” (il valzer di Mosca). Negli Stati Uniti accadde la medesima cosa, con titoli come “The Bells of Moscow” (le campane di Mosca). Il brano divenne così famoso che ci si riferiva ad esso come il “preludio”, ed essendo un brano apprezzato dal pubblico, quando ne chiedeva il bis urlava “C sharp”, ovvero do diesis.

Questo preludio è suddiviso in tre parti (ABA) ed una una coda, ovvero una breve sezione musicale che serve da conclusione. La tonalità dominante, il do diesis minore, viene introdotta da tre note consecutive in ottava, suonate in fortissimo (parte rossa). Questo motivo cadenzale si ripete per tutto il preludio.

Nella terza battuta la dinamica cambia in “ppp” (pianissimo) per la presentazione del tema (in verde).

 

La seconda parte è molto marcata dall’agitato, ed è introdotta da terzine cromatiche.

La terza parte, invece, ripropone il tema principale in fortissimo, utilizzando quadriadi (accordi composti da quattro note), dividendo la scrittura su quattro pentagrammi.

Il pezzo termina con una coda composta da sette battute che concludono tristemente il brano.

Giovanni Signorelli