Sergei Prokofiev – Toccata op.11
Il 1912 – anno di composizione della Toccata op. 11 – è stato molto prolifico per Prokofiev poiché hanno visto la luce anche il concerto il concerto nr. 1 per pianoforte (op. 10), le sonate 2 (op. 14) e 3 (op. 28) nonché i 4 pezzi op. 4 e i 10 pezzi op. 12. Sempre nel 1912 il compositore ha cominciato a lavorare anche al Concerto per pianoforte nr. 2 (op. 16) e ai Sarcasmi op. 17.
Nella toccata op. 11 troviamo tutti gli elementi che caratterizzano questo genere nonché l’opera e la personalità di Prokofiev.
Il brano è scritto in re minore ma non può dirsi propriamente tonale in quanto non si trovano le tipiche successioni armoniche che caratterizzano il concetto di tonalità (progressioni II, V, I). Forse è più corretto parlare di “accostamenti”.
Gli accordi di D-, G-, C-, B- e Eb- che costituiscono il telaio fondamentale dell’intera composizione, infatti, vengono accostati incessantemente e sovrapposti quasi fossero forme geometriche.
Qui di seguito un esempio.
Prokofiev utilizza ampiamente il cromatismo sia per creare brevi melodie, sia per raccordare i diversi episodi sia per armonizzare i pochi elementi tematici. L’effetto che ne deriva è particolarmente spettacolare poiché conferisce alla toccata continua mobilità e instabilità. Qui di seguito alcuni esempi:
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Esempio 1
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Esempio 2
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Esempio 3
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Esempio 4
Gli elementi tematici/melodici chiaramente riconoscibili sono pochi. Qui di seguito i principali:
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Esempio 1
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Esempio 2
Dal punto di vista ritmico il brano è caratterizzato da accenti serrati grazie all’utilizzo dei 2/4 e di battute riempite con 8 incessanti pulsazioni di sedicesimi.
Per concludere qui di seguito alcuni suggerimenti di ascolto.
Le immagini sono tratte dall’edizione Moscow: P. Jurgenson.
Stefano Donatelli